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lunedì 12 luglio 2010

The Cat’s Moon di Stefano Cagol Studio d’Arte Raffaelli

Nello schema di lettura che intendo proporre successivamente i protagonisti sono la luce, il colore e il contrasto: la struttura narrativa entro la quale si situa è quella della realizzazione di un punto di vista, di un gioco che, dall’astratto al concreto, configura l’immagine, la sua graduata intensificazione: la sua efficacia consiste nell’ipotizzare il ruolo di osservatore in un soggetto ora strano, ora semplicemente curioso, sembra il gomitolo con il quale gioca il personaggio principabile: individuato?
   La magia delle immagini di Stefano Cagol, non più semplice fotografia, è di rendere effetti di piani, aprendo la lettura ad una prima dimensione spazio-temporale dello sguardo, come sospensione del movimento, corporeità dei contrasti, della luce, del colore: eventi dotati di senso, non solo tratti, la cui evidenza sia ora sospesa nell’immediatezza della presa, la quale non si rifugia in una facile ottimizzazione dello sguardo, ora dissolto lungo il percorso del racconto, estasi felina!
   Vorrei per questa lettura, ad intervalli temporali, a scatti, rintracciare alcune categorie: l’idea di una tensivité significativa che attraversa i quadranti proponendo un verso di lettura basso-sinistra/alto–destra e che costituisce inoltre un primo segno di modulazione d’elementi minimi di significazione del mondo culturale-naturale, rappresentabili come formanti plastici di grandezza variabile del mondo naturale e identificati, in questa narrazione, come forme del sensibile. Temporalità riflessa nella simulazione del primo gatto sulla luna-la luna del gatto-il gatto e la sua luna: ripetizione saliente. La traccia digitale si ricompone leggera in una precisione euristicamente-animale della nitidezza, l’opacità dell’essere e del mostrarsi. All’ombra si oppone la timidezza del gesto, gradualmente, per approsimazioni, diviene memoria, gioco-ultra-violetto di sguardi: tenderness/love, quantum di luce che trasforma la goccia sinuosa in forma: montaggio emozionale del segreto: vividness del reale e fede del vero. Le cornici entro le quali Stefano Cagol situa la vita sono quelle dell’emozione che si fa logica, intuizione, inferenza temporale cui risponde il supporto, la tecnologia con un effetto di presa della realtà sulla forma, e la sua condensazione sintattica, valorizza il senso attraverso l’idea che non c’è gioco, fuga, senza astrazione.
   L’immagine-tempo si confronta con un’anima sbocciata in ultra violet pura luce, forma e sotanza che non si frammentano nella suddivisione narrativa. Lo spettatore intanto gioca la sua parte, testimonia che là c’è un gatto e la sua luna. L’attesa non chiede il notturno ma l’esser colto di sorpresa nella luce ultravioletta del pensiero, non si consegna che alla tele-patia della traccia del supporto d’alluminio, alla trama leggera del topos ora liberato da ogni temporalità deterministica.
  E se Il n-y-à pas de sens hors du texte, metto il naso fuori dalla galleria e getto i miei occhi timidi e assopiti ovunque vi sia ossigeno - intanto la nostalgia è sgusciata dalla porta e m’insegue bisbigliandomi all’orecchio qualcosa nel linguaggio della fotografia. Il vento mi volta di scatto e mi costringe a rientrare in questo tardo grigio pomeridiano. Il piccolo animale-arte graffia la porta dei miei pensieri insistente, raccolgo tutto l’interno-dell’esterno-dell’interno, il fuori che ho dentro, per indovinare il teorema di questo microstile appassionato: l’idea che ci eravamo fatti della fotografia è che vivesse della massima contraddittorietà dei suoi termini, che dove potevano essere segnati confini ben certi, scattava la sua pericolosità: il reale e l’immaginario costituiscono un ponte verso il riconoscimento dei tratti percettivamente salienti dell’immagine: configurazioni tattili, morbidezza intensiva dei contrasti ritmati nei riquadri, le qualità che realmente giocano l’essenza del rapporto tra il senso e il mondo.

FORMA TEMPO LUCE – ricerca semiotica essere – racconto - come ombra e luce

di tania letizia gobbett DAMS Bologna